Pagina:Mussolini - Il mio diario di guerra, 1923.djvu/120

112 benito mussolini

invernale. Sintomi della «fattura»: debolezza, inappetenza, dolori vaghi e nostalgia. Comprendo che un siciliano soffra di nostalgia, nostalgia del sole, fra tanto gelo e tanta neve!

Gli ufficiali subalterni del mio battaglione sono tutti giovanissimi e ci trattano col «tu» confidenziale. La notte scorsa, secondo quanto mi dice il tenente Azzali della 6ª compagnia, gli austriaci — in vesti bianche — si sono mossi per il solito attacco, ma i bersaglieri del 33°, che non hanno l’abitudine disastrosa di dormire in trincea, hanno, con cinque minuti di fuoco, sventato il tentativo.

Sabato 26 febbraio.


Nottata di guardia. Tormenta di neve sino a mezzanotte. Il capitano ha vegliato tutta la notte insieme con noi. Ha declamato un brano del Nerone di Cossa. Per ingannare il tempo, abbiamo canticchiato. A mezzanotte, Reali, chef de cuisine della squadra, ci ha preparato una specie di punch che bruciava gli intestini; poi ci ha intrattenuti su gli usi e costumi nord-americani. Le notizie da Verdun hanno suscitato grande interesse fra noi.

Verso le quattro, si è udito gridare alla nostra sinistra:

— All’armi! All’armi! —

Siamo usciti immediatamente dalle nostre bu-