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bra estranea all’anima tedesca, anima essenzialmente monarchica, mentre il liberalismo è l’anticamera storica e logica dell’anarchia. Le tappe dell’unità tedesca sono le tre guerre del ’64, ’66, ’70, guidate da «liberali» come Moltke e Bismarck. Quanto all’unità italiana, il liberalismo vi ha avuto una parte assolutamente inferiore all’apporto dato da Mazzini e da Garibaldi che liberali non furono. Senza l’intervento dell’illiberale Napoleone, non avremmo avuto la Lombardia, e senza l’aiuto dell’illiberale Bismarck a Sadowa e a Sedan, molto probabilmente non avremmo avuto nel ’66, la Venezia; e nel 1870 non saremmo entrati a Roma. Dal 1870 al 1915; corre il periodo nel quale gli stessi sacerdoti del nuovo credo accusano il crepuscolo della loro religione: battuta in breccia dal decadentismo nella letteratura, dall’attivismo nella pratica. Attivismo: cioè nazionalismo, futurismo, fascismo. Il secolo «liberale» dopo avere accumulato un’infinità di nodi gordiani, cerca di scioglierli con l’ecatombe della guerra mondiale. Mai nessuna religione impose cosí immane sacrificio. Gli dei del liberalismo avevano sete di sangue? Ora il liberalismo sta per chiudere le porte dei suoi templi deserti perché i popoli sentono che il suo agnosticismo nell’economia, il suo indifferentismo nella politica e nella morale condurrebbe, come ha condotto, a sicura rovina gli stati. Si spiega con ciò che tutte le esperienze politiche del mondo contemporaneo sono antiliberali ed è supremamente ridicolo volerle perciò classificare fuori della storia; come se la storia fosse una bandita di caccia riservata al liberalismo e ai suoi professori, come se il liberalismo fosse la parola definitiva e non piú superabile della civiltà.

Le negazioni fasciste del socialismo, della democrazia, del liberalismo, non devono tuttavia far credere che il fascismo voglia respingere il mondo a quello che esso era prima di quel 1789, che viene indicato come l’anno di apertura del secolo demoliberale. Non si torna indietro. La dottrina fascista non ha eletto a suo profeta De Maistre. L’assolutismo monarchico fu, e cosí pure ogni ecclesiolatria. Cosí «furono» i privilegi feudali e la divisione in caste impenetrabili e non comunicabili fra di loro. Il concetto di autorità fascista non ha niente a che vedere con lo