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Del Paraguai. 65

si alla strada con isvaligiare i viandanti; e par bene che abbiano anche imparata la maniera di fabbricar polve da fuoco: il perché son rispettati e temuti in tutto il contorno. E benché si dica, che non manchino Preti e Religiosi fra loro, pure la lor forma di vivere sembra indicare, che poca o niuna Religione ivi si conservi; o se pur vi si mantien la Cristiana, non ne deggiono punto coloro studiare o apprezzare i santi suoi documenti.

Imperocché questi scellerati, ch’io mi vergogno di nominar Cristiani da che cominciarono ad affettare la libertà, e a far poco conto de gli ordini del Vicerè del Brasile, si diedero ad esercitare la Pirateria per terra nelle Popolazioni Indiane per far de gli schiavi, affinchè da que’ miseri fossero poi coltivate le lor terre, e si lavorasse alle lor miniere, e alla coltivazion dello zucchero. Non si può assai esprimere l’immensità de i danni cagionati da questi nefandi Corsari alle Provincie del Guairà, Paraguai, Rio della Plata, e ad altri paesi dell’America Meridionale. Vanno d’accordo i Missionarj in dire, che costoro partendosi dalla maledetta loro Città, a poco a poco hanno distrutte innumerabili Popolazioni Indiane, riserbando solamente quelle, che loro son suddite, e pagano tributo. Desertati i paesi vicini, nè trovandovi più preda, continuarono a stendere le loro scorrerie ne’ paesi più lontani; e parrà cosa incredibile, ma pure è attestata da Relazioni concordi, che questi ribaldi son giunti più volte al vasto Lago de los Xarayes, e fino al gran Fiume Maragnon, o sia delle Amazzoni, e che traversano talvolta tutto il Brasile, con far viaggi di due, ed anche di tre mila miglia per far de gli schiavi, e con im-