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Del Paraguai. 37

contra d’essi, gl’ incorporano nella lor Popolazione; e sovente come se fossero parenti od amici, dan loro per mogli le proprie figliuole, per maggiormente animarli a vivere nel paese. Usano nondimeno quasi tutti que’ Popoli di mangiar carne di animali cruda, o mezzo abbrustolita: segno di stomaco gagliardo, o almen di voracità non ordinaria.

Certo è, che non si può dare un’ Idea generale delle inclinazioni, e de’ costumi, che convenga a sì diversi Popoli dell’America Meridionale: tanta ne è la varietà. Per fino la Lingua è suggetta a questa diversità, non trovandosene alcuna, che abbia molta estensione, e mutandosi talvolta da un picciolo Popolo all’altro: il che riesce di grave incomodo a i Missionarj, e di ostacolo alla dilatazion della Religione. Ma non si fallerà dicendo, essere anch’ivi partito il Mondo in buoni e cattivi, cioè in chi è inclinato al bene, e in chi al male, o perchè così formato dalla natura, o perchè così portato dall’educazione, e dall’esempio de’ maggiori ed eguali. Alcuni ce li descrivono per gente di grosso legname, cioè di cortissimo intendimento, incapaci d’apprendere materie intellettuali e sottili, di genio incostante e volubile, perchè oggi paiono fervorosi Cristiani convertiti, e domani se ne fuggono tutti, ritornando a i riti del loro Gentilesimo. Altri poi ce li rappresentano come persone dì temperamento vivace e focoso, di buono intendimento, non incostanti, non inclinati al male, e che sentono il dettame della ragion naturale, ubbidienti a chi comanda, e nel faticare sommamente pazienti. Tali appunto scrive il sopra mentovato Vescovo Bartolomeo de las Casas, che gli Spagnuoli trovarono al primo loro