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Del Paraguai. 25

cordiale. Le Pacoe sono frutta come i baccelli della fava, ma più lunghe e grosse, e di diversi colori. Per mangiarle si pelano a guisa de’ fichi, ed hanno la polpa alquanto somigliante nel sapore a i Peri buoncristiani. Altre frutta non conosciute in Europa so che nascono in quelle contrade, ma non so darne notizia. Altre a noi note, come pesche, o vogliam dire persici, mele, giugiole, lazzaruole ec. e queste di varie spezie, si osservano in quelle parti, e spezialmente nelle Isole del Rio della Plata e del Paraguai, le cui piante o alberi si credono nativi del paese. Altre piante si sa essere state introdotte colà da gli Europei, e fra esse molti Pomari, che rendono frutto di ottimo sapore e di perfetta qualità, e Limoni, e Aranci di Portogallo, e Cedri, che vi si sono moltiplicati a dismisura, facendosi ivi nondimeno poco conto de i bruschi. Ma Alberi tali bisognosi di coltura s’incontrano solamente dove è gente amante dell’agricoltura; poichè quanto a gl’Indiani nemici della fatica, pochi son coloro, che vi attendono, contenti di goder solamente di que’ frutti, che senza loro industria e sudore nascono da per sè nelle Isole e ne’ boschi, sopra i quali ognuno ha padronanza.

Molto più poi di quel ch’io ho detto e dirò, saprebbono riferir de i beni, de’ quali gode, o sarebbe capace l’America Meridionale, coloro che han visitate e desaminate quelle contrade. Si vuol intanto aggiugnere che per la costituzion delle cose sublunari nè pur’ ivi i beni vanno disgiunti da i mali. Primieramente nelle selve del Paraguai, e massimamente nelle più vicine al Mare, si truovano bestie feroci, come Lioni, Tigri, Orsi, ed altre fiere particolari di que’ paesi; le quali nondimeno caso raro è che inseriscano