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Del Paraguai. 23

adoperate perpendicolarmente servono a molti usi, e massimamente se ne formano scale assai lunghe. Asserisce il P. Ippolito Francesco Angelita Minor Conventuale, che giovane fu nelle contrade del Paraguai, di aver veduta una Torre, per così dire, formata con quattro d’esse Canne, chiamate in quella Lingua Jaquay, sopra la quale erano poste le campane, che son di peso assai discreto in quelle parti. Truovansi in oltre nelle montagne de’ Popoli Mochi in abbondanza gli Alberi dell’Ebano, siccome ancora, quei della Gutjacca, il cui Legno serviva ne’ tempi addietro a guarire i morbi venerei. Nè vi manca Connella selvatica, la qual nasce ancora in varie parti dell’Indie Orientali, e portata in Europa ha spaccio fra chi non la sa distinguere dalla legittima di Ceilan. Similmente v’ha una scorza, di cui non dicono il nome, che è salutevolissima allo stomaco, e presa fa immediatamente cessare ogni sorta di dolori. Ma spezialmente ivi familiare è il piantare il Cotone, da cui si trae la Bambagia, che filata serve alle Indiane per farne tela e poi vesti. In moltissimi luoghi ancora umidi vengono da per sè le canne di zucchero, e più ne verrebbe, se alla coltura d’esse si applicassero quegli abitatori. L’aria secondo la diversità de’ siti, simile in ciò anche a’ nostri paesi, è salutevole, ovver poco sana. I Missionarj Europei, che intendono meglio le maniere di vivere sonosi sempre studiati di scegliere per questo i siti migliori; e qualora la sperienza non ha corrisposto, hanno trasportate altrove le loro case.

Convien dire anche qualche cosa delle Frutta di quei paesi. Altre sono naturali, cioè provenienti da Alberi piantati ivi dalla mano di Dio,