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§Ao ciò, che ho vifto co' taiei occhi, e toccato eoo mano , «d è , che gl’indiani della Riduzid2 ne, in coi mi traevo, ne uceifero una, e ne por2 rarono alla cafa del Padre.la pelle, la quale lem2 brandomi moftruofa, la volh miforare. E fattala porre diritta fa due piedi, come quandoaffaì- tano , e fi gittano fopra dell’ uomo, trovai che per quanto mi sforzarti ad alzare la mano, non potei giugnere fe non élla bocca ; ed io , come lapete, non fon cori picciolo di datura. Vero è , ohe quefta èra di grandezza ftraordinaria, e per» ciò la portarono a moftrare. Contattociò non era la prima pelle di tal grandezza, ch’io aveva ve/ duto, benché non mifarata con tal’efattezza. U ordinario è, che fono molto piò grandi di quelle , eh’ io avea veduto nel Serraglio del Sereni fs. Duca di Parma, come comprefi da una fola, che vidi in diftanza di cinquanta palli in circa , e, più beila annua; perchè il fondo della lor peli© è quali color d’ oro.‘Ma conte dilli, fono ancor più feroci . Imperocché fe fi (ènte ferita o con dardo, o con palla , quando non refti morta attualmente nel colpo ( il che fuccede rariffime volte ) non fi mette a fuggire, come altre fiere -, ma fi avventa tofto con rabbia indicibile contro . il feritore, e il va ad inveftire, fe fotte in mezzo a cento perfone . E così fuccedette alla pre- fenza del P. Michele Ximenez noftro Superiore nel carname, che tre Indiani andarono in cerca d’ una Tigre, che avevano vifto ritirarli in un bofehetto ifolato. Il Padre fi pofe in un fito lontano ed eminente per vedere tal caccia, che fe* guì/in quefta forma. Gl’ Indiani come pratici andavano armati , due con lande , ed uno col moschetto . Quelli ftava nel mezzo , e le due lancio a i lati. Con tal’ordine andarono circon- dan-