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pietra viva, cbe del fondo* fbrgono fino a Sòr d'acqua; e perciò è pericolofìtàmo per le i mbar- -eaziont grandi; che le danno in uqo d’eflS con impeto» vanno in pezzi.-E quefta è la cagione» per cai fi fervono di Balfe, piuttofto che di Tar- «me, o akri barconi a vela, come nel Paranà, benché quefto abbia lo ftefio fondo; ed é la frequenza di tanti fcogli occulti, ne* quali ancorché urtino, le Balfe, non ne ricevono molto danno, perché a cagion dèli' eflère imbarcazioni co* eì leggiere, e die vanno puramente con remi , non urtano con molto impeto ; e per eflère le Canoe tutte d’un pezzo, non v’è pericolo, come in altre navi, che al dar nellofcoglios'aprano le giunture. Anzi perché pefcano con poco, pattano fopra le punte de’ medefinsi fcogli : benché per eflère quelle pietre colle eftremità & acute e taglienti, al pattarvi fopra le Canoe , le piallano propriamente nel fondo, ficchè in pochi viaggi n rendono inutili. Pattato dunque quel golfo, che è come il patto di Malamoceo, ed entrati felicemente nell Uraguai , ci fermammo alcuni giorni vicino adun picciolo Fiume , che chiamano Rio de lias Vaca», per far provvifio- ne di carne per la gente: giacché in quella punta vi è una Caflìna, o Stanzia, come dicono , di un Signore Spagnuolo, che in trenta o tren- tafei miglia di iua giurisdizione terrà in ventot- to o trenta mila capi di beftie bovine; e a quante imbarcazioni vanno e Vengono da Buenos Ayres ,• ne vende quanti fe ne ricercano. Ivi facemmo proyvifiooe di fettanta e più Manzi, o vogliati! dire giovani Buoi, che per andar tutto 1’ anfa liberi alla campagna ( giacché in quefte Provincie non ufafìù giammai Italie per gli ',be- ftiami ) e per ettere da quefta parte i pafcoK