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DEL PADRE CATTANEO 235

Volta finirono in 12 giorni e mEzzo la fontina che teneva l’acqua misurata per 14 non permise il Contramaestro, che si riempiesse di nuovo fino al suo giorno determinato: onde furono costrecti i poveri a stare un giorno e mezzo senza bere, che facevano compatitone ; tale é il ri-f gore, che in quelle navigazioni fi pratica circa Facqua. Quefto pollò ben poi dirvi , che quella, che ci davano , era buonilfima * cioè lenza eflère putrida e fetente, cqme fuole accadere e ciò per diligenza fpeciale del Signor Capitano , il quale fece imbarcare tutta 1’ acqua per gU palleggiai in alcune migliaja di fianchi grandi di terra ben turati con fugherò * e al • di (òpra con getto; e i frettante quali tutta in botri nuove , e ben cuftodite, ficchè durò fino all’ ultimo limpida e perfettiflima. Così fotte Acceduto del bifcotto, di cui raro era quel pezzo , che non contenesse alcuni vermi, i quali nell’aprirlo movendoli , e fovente favellando per la tavola * ini cagionavano non poca ripugnanza , naufea , ed ab borri mento. Ma la co» più penofa, -e che af certo mi diede più occafione di efercitar la pazienza, era la moltitudine indicibile di pulci , cintici, ‘e (òpra tutto dì pidocchi , che in que’ calori crebbero fenza numero, e lènza fpe» ranza di liberarcene; sì perché non v’ era jùo- go, dove appartarli per vifita te e purgate i ye- ftiti, che ne ciano pieni; sì perche farebbe fiato lo fletto, poiché una volta - fola che -uno fi metteva tra marinari o'faldati per confettare , predicare , e-recitare il Rofario e cofa limili , fe ne ritornavaripieno alla camera, e li comunicava' a 5 compagni. Immaginatevi in tuia nave, dove, eravamo in tanti, che appena ci- potevamo muovere, e dove la maggior parte de*