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deli’ Epifania. Quivi ci fermammo alcuni gì or* ni, perchè avevamo biffano di .malte.cofe , coinè d’acqua, di legna, d’ aggi ufi are il timone , di rifarcire un àlbero, Che fi èra rotto nel la no- lira nave ; di cale lattarle amèhdue ne’, fianchi e in prora, perchè entrava per le commetto re rriolt’ acqua, è far’-altre non poche provvifioni qnòlrd necéflarie per la lunga navigazione, che ci retta' va ) Il Petacchiò poi in oltre dovea Caricar trenta Famiglie da trafportare à.una nuova Popolazione ; che per Órdine,del Re fi,forma al pretante in,una (piaggia dei. Rio delia Piata ; e lì chiama Monte.Viddò ; di cui vi parlerò più a minuto, qudndocodia narràzìonefaràgiunto colà.

Frattanto ne’ pochi giorni ; .che ci trattenemmo in quel Potto ; noti me lo farei nè men fognato; ricévei -finezze indicibili, sì in comune come Miffìonario della Compagaia ; sì in particolare Come italiano e Modenéle ; Le ricevei in comune con gli altri dal Gonloie di Francia , Cava- liere compì tiffimo* é romenamente affezionato alla Compagnia ; come raoftrò co i fatti. Imperocché appena tappe il noltrò arrivo, che Abito A à .vifitare il nòfirò Padre Proccùratore Girolamo Herran ,’ non folo perchè fotte a pranfo' Cùn .lui , ma perchè difimbarcalse tutta la Mif- fione , a cui fi efibiva egli di .dare alloggio ih fua cafa per tuttó il témpò, che le navi rioftre fi. fossero trattenute in quel Porto . Al che noni attendo' accoftfénrito la favia difcrezioné del Padre* Proccùratore , per ettere noi ih numero di più di fettanta , egh fi rifece in altra gitila, ord con vifirarci a bordo ,' ora cori inviarci de i ririf frefchi: Ut giorno ( non. fo fe à fiìa petizióne) da ambedue'le navi sbarcammo tutti noi Miffio- nanti in terra, e andammo a congiugnerci in unq di