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132 Il Cristianesimo Felice

rifare fparfe nel fuolo, e si per gli Archi trionfali , che innalzano lavorati con rami d’- gl beri ìng^nofamerite intrecciati, da' quali pendono le frutta, che dà il paefé, ficcóme s’ è già detto di fopra .Quefta è la magnificenza de’loro: ap- erati, fomigliante a quella, che talvolta inforni occafioni- fogliono fare i poveri PP. Cap- pucini fifa noi, e che non lafcia d’ eflère dtlet- te'voliffima, '• anzi ' mirabile fra. que ’ buoni Indiani. Certamente far di pià non potrebboao, le aveflero da accogliere lo fletto fommó ■ Pontefice. Più. eh# certo è ancóra /che i quanti Vefcor vi han vifltate quelle Riduzioni , al. trovar’ ivi tanta regolatezza ne’coftutiii /tal'divozione nelle l’acre funzioni, e sì pronta ubbidiènza e rispetto a i lor Curati, piangendo teneramente per la confolazion / che ne provavano , non celiavano di benedire e ringraziar Dio, la cui Grazia avea potuto trasformare iti manfueti agnellini coloro,.che poco prima viveano da fiere indomite, pafcéndófi al pari d’effe di carne umana. Nè lì dee tralafciare, che più'de gli altri fan- premura i PP. della Compagnia di Gesù:, a’quai foli fono appoggiate quelle Miflioni, per impetrare la Vinta de’ Vefcovi, acciocché etti Prelati chiarifcàno co’ propri occhi l’infuffiftenza delle dicerie e calunnie, che taluno fparge di loro, e-delle quali parleremo più abbatto . In fatti niun d’effl* Prelati è flato colà , che non abbia poi fatte onorevoli teftimbnianze in fiirore d* etti Religfofi in qualunque occafione ; che loro fi prefentatte-j e mattìmamente nelle Ldtterefcrit- te a i -Sommi Pontefici , è alle Maeftà Cattoliche. ;V c •