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Del Paraguai. 91

va anche fervendo d'effi per condurre «Ha Sua joce quéi, che reftxno immerfi nelle tenebre.


CAPITOLO XI.


Della felicità spirituale de’ Cristiani del Paraguai.


S

Pettacolo-degno de gli occhi del Paftfdffo, e cine probabilmente dovrebbe e Aere di rimprovero a noi vecchi Criftiani , fi è il mirare Io ftatò e -la maniera delvivere de’novelli Cri- ftiani del Paraguai, per quello chè conceffie Io Spirito e l’Anime loro. Quella gente, che ne’ tempi andati , ficcome abbiam detto alt tote , fomtglàawre atte-fiere , conveniva con ette ne’bof- chi, altro'non meditava -che vendette e ftragi fra faro fletti, e maggiormente cóntro a i vici* ni ; più che d’ altro ghiotta dì carne umana , perduta nelle ubbrìacchezze e nell’ impudicizia -, e camminando moda non fapea che fotte rottole e vergogna: quelli lupi j quelli orli , dico,-ora foqq manfueti agnelli, innocenti colombe ; e tale è nella -maggior parte d’etti la cofoppftezza, tale i’amor fraterno , cotanta'1’ illibatezza de’ coftumi, e la divozione , che fcmbratoq un ritratto della primitiva Cbiefa , Cori ha ridotto que’ Popoli la potente-mano e grazia- dì Dio , e la faggia e pii dima, educazione loro'data- da t Padri delia Compagnia di Gesù ,'i quali non mai celiano col mezzo del Catechismo , o fià della -dottrina 'Criftiana -, é co i Sermoni , e coli! U efempio proprio, d’ifpirar loro-l’amore estimo* re di Dio, rabbprrimento X-ì «viHj e peccati e la pratica dell’opere virtuofe. La fperieozàh» fatto conofcerc, che quegl'indiani per là maggior - VJ