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tutori della opinione pubblica, i quali, seguendo il suo esempio, non sono mai stanchi di insultare tutto il mondo.

Del resto noi siamo soli ad insultare. Gli inglesi pesano freddamente le parole, parlano della guerra senza odio nè passione, come se fosse un giuoco di gentiluomini. I francesi vantano anzitutto se stessi e le cose loro, ma non considerano come loro compito principale di trascinar nel fango il nemico in modo così violènto e oltraggioso come facciamo noi. E se pure mi si mostra che la stampa dell’uno o dell’altro paese ha in parte un tono molto acre, l’intervento dell’imperatore resta unico tra i sovrani. Nè lo Czar, nè il re d’Inghilterra, nè l’imperatore d’Austria sono intervenuti con una parola nel dibattito. L’imperatore con questo sistema finirà coll’esporsi tanto e coll’addossarsi tali responsabilità, da non poter più sostenersi. Oggi nessuno ne parla, ma, se le cose andassero male, tutti lo segnerebbero a dito, e, se andranno bene, il popolo gli strapperà il portavoce di mano. Che la stampa già ora prorompe in odiose grida: Vae victis e sempre grida: Vae victis, è da attribuirsi in non piccola parte all’alto esempio dell’imperatore.

Non dirò mai abbastanza ai tedeschi, che con la violenza e la prepotenza non si sostituisce ciò che manca di elevatezza morale, e che colle minacce non si intimorisce il nemico, ma lo si centuplica e lo si rende immortale.

Non c’è da meravigliarsi che voci straniere designino non la Russia ma la Germania come il paese pericoloso, rozzo, dispotico, e considerino l’imperatore come la personificazione dei cattivi istinti tedeschi, e come il perturbatore della pace d’Europa, che deve esser tolto di mezzo.

L’invasione del Belgio.

5 agosto.

Il Reichstag approvò ieri senza discussione tutte le proposte, compreso il credito di 5 miliardi. Ricevetti la sera stessa un estratto del resoconto telegrafico diffuso dal Wolff Bureau su questa seduta, e sto leggendo appunto il discorso del Cancelliere, quando mi arresto e provo un vero brivido trovandovi le seguenti parole: “In questo momento le nostre truppe sono entrate nel Belgio. Necessità non ha legge. Noi ripareremo questa illegalità„.