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cinque contesse, passata con Maria alla casa delli Habsburgo, fu governata essa pure dalle reggenti dei Paesi Bassi.
Accettando la Riforma, la Olanda, si poneva per la natura delle cose in una via di progressivo sviluppo, e si accostava di più in più alla civiltà germanica, lasciandosi indietro le mille miglia il retrivismo belga.
Non è a meravigliare che la Olanda, nella quale il movimento intellettuale fu così rapido ed attivo, vegga le sue donne tanto sviluppate ed intelligenti quanto le belghe vicine sono inerti e retrive — Casalinga, attiva, generosa e tranquilla, la donna olandese sembra fatta per la beneficenza e per lo studio — I nomi di Elisabetta Bekker e d’Agata Deken legati simpaticamente dalla storia, dall’amicizia e dal lavoro, sono inseparabili dalla letteratura classica del paese. La dama e la contadina si confondono così bene nei comuni lavori, che i nomi di ciascuna si perdono; non resta che il genio d’ambedue.
Isabella Emilia Tuyll de Charrière portò nella Svizzera quel raro talento, che, posto a servizio della letteratura del suo paese adottivo, lo lasciò superbo d’averla posseduta.
Lieta, la Olanda, di scuotere colla morte di Bonaparte il giogo straniero, conservò tuttavia quelle leggi che nelle condizioni dei tempi segnavano un progresso — Le condizioni civili della donna vi sono perciò normalizzate dalle leggi