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Scandinavia è innegabilmente Madamigella Federica Bremer, che coi suoi classici lavori sparse tanta luce sulla letteratura svedese; tal che l’Accademia di Stocolma la decorava nel 1831 della medaglia d’oro.
Avendo tutta la Scandinavia seguito il movimento riformista, ne seguì che là, come nella gran pluralità dei paesi riformati, la coltura intellettuale, ad onta degli ostacoli parziali creati dalla natura alle comunicazioni, lascia infinitamente meno a desiderare che nei paesi meridionali — Mentre in Italia la legge sull’insegnamento primario obligatorio incontra resistenze troppo frequenti quando trattasi di liberali iniziative; mentre in Francia questa legge più volte proposta al Corpo Legislativo soccombe ripetutamente davanti ad una retriva e sempre vittoriosa opposizione, la Danimarca, che da oltre cinquant’anni ne gode i vantaggi, non si trova avere una contadina che si vegga esclusa dal commercio delle idee per ignoranza di lettura e di scrittura. Ed è questo il paese, che le genti latine, tronfie ancora del triplice antico primato che si sono lasciate sfuggire di mano, hanno talora delle velleità di riguardare siccome meno colto e civile, non altrimenti che i romani della repubblica chiamavan barbari i greci.