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alla maggior gloria di Dio, e si divorava palpitanti le viscere della bella penisola, come l’edera assorbe e succia nell’amplesso parassita l’umore dell’albero.

Nel 1834 la Spagna contava 1,940 conventi con una analoga popolazione di 30,905 frati, e 27,700 monache — I decreti reali che tre anni dopo sopprimevano i conventi maschili non si preoccupavano dei femminili, sicchè là, come e più che altrove, educazione della donna rimarrà per molto tempo forzatamente retriva — Qual meraviglia perciò che la scrittrice più eminente e popolare della penisola Iberica, quella la cui fama ha varcato i Pirenei, e dopo aver fatto il giro d’Europa ha già approdato ai lidi dell’altro emisfero, vogliamo dire Dona Cecilia Bohl, nei suoi numerosi romanzi firmati collo pseudonimo di Fernan Caballero, non sia che l’eco piangente della società medio evale, l’apoteosi di tutto il passato, il mostruoso rimpianto di tutti gli orrori trascorsi?

Nel 1860 la Spagna contava 20,744 scuole, delle quali 17,292 pubbliche e 3,452 private — le quali cifre benchè lascino tuttavia molto a desiderare, non può negarsi che segnino un progresso nella coltura del paese, quando si raffrontino alle cifre ufficiali dell’anno 1822 che davano 17,069 scuole primarie, delle quali 5,021 per le fanciulle — Nel 1822 gli Spagnuoli che sapessero leggere e scrivere non giungevano a