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il cuore si stringe a pietà — La patria di Maria de Pacheco e della grande Isabella, la lingua illustrata dalle liriche armonie di Inez de la Cruz e dalla eloquenza di Teresa de Cepéda, non potrebbero senza calunnia reputarsi infeconde od isterilite di genii femminili — Ma pur troppo le esistenze di due dispotismi simultaneamente regnanti, e l’un nell’altro addentellati, se depressero in massa la nazione doveano deprimere doppiamente la donna, siccome quella che è eternamente curva sotto il doppio pregiudizio collettivo ed individuo.

Tuttavia è glorioso per la donna che la Spagna, invasa dagli Habsbourgo, abbia trovato in Maria Pacheco, l’eroica vedova di Villalar l’ultimo suo martire e l’ultima sua difesa; e, travagliata quindi da una serie di principi imbecilli e tiranni, debba cercare in Isabella di Castiglia l’ultimo argine alla sua decadenza, per poi salutare l’alba del suo risorgimento nella reggenza di Maria Cristina.

La cattolica Inquisizione, che per purgare la Spagna dall’eresia la spopolava bruciando, confiscando ed esiliando, aveva ridotta la popolazione Iberica nel 1769 alla cifra desolante di 9 milioni d’anime. Ma se il commercio iberico rovinava coll’espulsione degli israeliti, se l’agricoltura svaniva coll’esportazione dei Mori, se la vita intellettuale era uccisa dal Santo Ufficio; il monachismo, in via di compenso, si dilatava, si moltiplicava, s’arricchiva