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glianza dei sessi, ispirata dal pensiero religioso, divenne nei costumi della Francia cattolicizzata
l’espressione più ferrea dell’autocrazia maritale eretta in principio; e mentre nella Gallia antica, come nella Germania, la venerazione che la donna ispirava come cosa santa e spirituale
paralizzava nel costume gli effetti della forza regnante per funesta condizione di tempi, nel mezzo della cattolicità, il discredito portato sulla donna dalle dottrine orientali paralizzava nel costume l’influenza della crescente civiltà dei tempi.
Rovesciati gli altari di This e sfrondati gli alberi delle sue selve, le scoronate sacerdotesse erano espulse dai consigli della nazione, dei quali erano state l’anima e l’adorazione — La donna di Francia, considerata siccome intrusa in ogni serio lavoro, esclusa dal trono, espulsa per organico statuto dalle accademie del suo paese immemore delle tradizioni avite, non conobbe come l’Italiana le cattedre, non si cinse le tempia di arcadici allori, non trovò le penne immortali di un Dante e di un Petrarca che la transumanassero evocando con note divine l’idealismo platonico.
Tuttavia il fiero sangue latino non le si assopì nelle vene.
Bianca di Castiglia, che domava con mano potente la petulanza ecclesiastica; Genoveffa del Brabante, davanti alla cui mistica potenza retrocedeva il colosso barbarico; Giovanna d’Arco,