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io £ re» diloro maggior Genette, perchè fi Mimmo io ln cerfe * eiUe Vicine d oue eglino eron’pratichi, & Jo- ut ro non haueuano cognizione alcuna,& in quello c he fo f aceuano fi gran córra fio, il Magne Vgone ri buttato lo gl aflediati dentro,li nofiripoi che hebbené haute h k vittoria, a-ndornò a dare ^fialto a la Otta prtfumé* ^ do chi li difenfori mediate la rotta del Re loro buffi- n no auuiliti: ma rimafero ingannati della loro-opimo g ne, perciò che affigli rifpofiro valore firn ente. Ma d< poi che gl’hebbeno in vano tentato rimprefijeppc- fi no da li Greci della Citta, p mezzo d WGap.di òlla P nszione,che eglino haueuano in capotile Solimano J* gli mandaua continuamente per via del; ago có bar- fi chette foccorfi>,& eglino non potendo, per non bus ri re Nauilio proibirlo, ricorfono all’Imperatore Gre- ti co,che voieflì accommodargliehs, & efib rifpofelo- n ro. Che fi voleuano le barche,gli cedefsino ogni ra«di gione,che potefsino haucr aquèfiato fopra Nicea, & q loro parendoli Arano,che per fi picciol leruigio fe gli c< fiauefii a dare il premio di tutte le fatiche, nulladi fi meno per efièr la prima cofa tentatala quale di fiirtir c< bene a lòrcir male poteua recare in difperazione, ò m d /pera?,a tutta 1 ipreià>onde pò gli cópiacquero a qua- fi tojvolfi>& efio hauédo hauto il fuo uéto.fece di mol te ti luoghi vicini del fuo Imperio condurre gran nume n ro di barche con valenti vogatorfnelle profiime ma- le nne di Bitioia,& li nofiri hauendole riceuute le mefi- c fono (òpra carri,& altre fitauiadole menorono in fui V lago. & al concetto de rumici ve le mefiòno détto, ti iiquali nel veder tal fatto furono opprefii da tato do* ri loie,.