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la guarigione, con ritorno alle condizioni fisiologiche dell’organismo e ricupero della validità corporea e psichica; il passaggio a stato cronico, con invalidità più o meno grande, totale o parziale dell’organismo che ne rimane sempre esageratamente sensibile ad altre cause morbose; la morte. “L’esito dipende da due gruppi di fattori molto complessi: dalla gravità e dalla durata di tutte le manifestazioni morbose; e dall’energia di resistenza di cui dispone l’organismo„ (Lustig-Galeotti).

Ora, è da notare che vi sono processi patologici che fin da principio superano qualsiasi potere di reazione e difesa dell’organismo, e sono destinati a sopraffarlo, conducendolo inesorabilmente a morte: tale è il caso del cancro, di cui già avemmo occasione di parlare. D’altra parte, un buon numero delle malattie che dapprima si presentano sotto forma acuta, non solo curabile, ma anche guaribile, possono assumere il decorso cronico e portare il paziente all’estrema miseria fisiologica; ad esempio, una nefrite, una affezione di fegato, di rene, di polmoni, delle articolazioni ed ossa, ecc. Altre malattie si presentano invece fin da principio con decorso fatalmente duraturo e notoriamente inguaribile, non ostante la possibilità di attenuarne alcune manifestazioni con cure adatte, almeno per un certo tempo; tali la tubercolosi distruttiva dell’apparato respiratorio, le cardiopatie da vizii valvolari, il reumatismo deformante,