Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/81

polidattilo quel Carlino Grandi della Val d’Arno, uccisore di quattro o cinque bambini, perchè appunto lo dileggiavano per quella e per altre sue deformità, e del quale io, ai primordi della mia carriera di alienista, dimostrai in Assisie di Firenze la imbecillità e il delirio paranoide (1876); ma si conoscono famiglie normali in tutto il resto, dove la pluralità delle dita è innocuamente ereditaria; e d’altra parte, le dita soprannumerarie e il labbro leporino (se non è associato a fessura irrimediabile del palato) sono suscettibili di interventi chirurgici restauratori di sufficienti forme normali.

Questi rilievi critici sono stati preveduti dallo stesso Richet, che poco oltre al passo rigidamente eugenetico quassù citato, ammette che si dovrebbe limitare la soppressione violenta ai soli esseri mostruosi privi di coscienza, ossia “ai piccoli neonati che non hanno ancora coscienza„ (p. 168). A parte che anche così intesa la selezione artificiale avrà sempre limiti di difficilissima determinazione, si può osservare che non abbiamo ancora una buona definizione di ciò che diciamo “coscienza„, e su ciò ho già scritto altrove. Sopprimendo di buon’ora, scrive il fisiologo parigino, e arrestando nel loro sviluppo quei bimbi appena nati, non infliggiamo loro nè torture, nè sofferenze, poichè “per soffrire bisogna pensare, ed essi non pensano ancora„.

Dubito che sia accettabile anche questo