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ripetessero nozioni non soltanto leggendarie, ma tradizionali e storiche.

L’Eutanasia, propriamente detta, e che io chiamerei “uccisione misericordiosa„ o “pietosa„, è quella che altri procura ad una persona sofferente di infermità ormai incurabile o molto penosa; ed è quella che fu proposta per troncare le agonie troppo prolungate o dolorose. A queste sue finalità fondamentali giustificabili col sentimento, alcuni aggiungono l’accorciamento della vita a chi, o per incoscienza assoluta dipendente da malattia cerebrale ingenita o acquisita, oppure per decrepitezza colma di acciacchi e di patimenti, non abbia mai avuto o più non abbia la capacità di godere dei benefizi della vita e di rendersi utile al consorzio civile, e perciò risulti come un carico o come un oggetto di ripugnanza per la collettività. Finalità, come si vede, di carattere razionale ed utilitario. Avremo pertanto da esaminare diversi aspetti della questione, ma lo faremo con la maggior possibile brevità.

Pare impossibile che un accenno di questa compassione per i morenti, e dell’impulso ad abbreviarne le pene, ci venga dalla storia e dalla evoluzione della guerra. Presso tutti i popoli primitivi, forse tra i preistorici Heidelbergensi e Neanderthaliani, certamente presso i selvaggi dell’Australia, dell’Africa,