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Quando lo scopra, quando soltanto lo sospetti, il medico ha il dovere di combatterlo. Se il suicidio è un atto di libertà perchè doma il corpo, dipende anche da una servitù in quanto è una capitolazione davanti al soffrire: esiste inoltre il principio dell’inviolabilità della vita umana, conquista della Civiltà, che nessuno può rinnegare. Queste sono verità che ogni medico può avere occasione di utilizzare. Ciò vuol dire che mancano alla loro missione quei medici che abusando delle agevolezze della professione, procurano del veleno ai loro clienti, come fu veduto in circostanze memorabili. Che non ci si meravigli dunque di apprendere che tale mansione ci è tuttora domandata abbastanza spesso, con una ostinazione, con una perseveranza che mettono a dura prova la coscienza del medico. Anzi, vi son persone sane che vogliono essere munite di mezzi di suicidio per il giorno in cui dovessero cadere in malattie dolorose o irrimediabili.

“Se vi son malati che si posson sostenere svegliandone la energia di carattere, altri ve n’ha che è meglio attaccare per la via del sentimento. Così la religione può diventare, sull’iniziativa del medico, un mezzo di sollievo; giacchè non bisogna dimenticare che qualsiasi rimedio valga ad alleviare, entra negli obblighi dell’uomo dell’Arte... Prescindendo dalle dottrine filosofiche o dalla religione, la voce del sentimento ha più maniere di farsi intendere. Un’anima elevata com-