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individui, unendosi con altri pessimi elementi affini, hanno ingenerato 1146 individui, dei quali però 582 non ben conosciuti; fra quelli potuti rintracciare, 187 soli erano normali, gli altri 262 erano difettosi per un verso o per l’altro (cfr. Goddard, The Kallikak family, a Study in the Heredity, ecc., New-York, Macmillan, 1913). — Pei fini dell’Eugenica non v’è che un provvedimento da prendere rispetto a famiglie del genere: togliere tutti questi elementi dalla circolazione bio-sociale, impedendo che le loro macchie originarie si propaghino e si stabiliscano. Teoricamente almeno, qui la sterilizzazione è a posto.

Di tutte le misure eugenetiche quassù ricordate, la sterilizzazione è quella che, esclusa la possibilità di applicare per ora la eutanasia, gode il favore di molti sociologi, giuristi e igienisti dell’avanzatissimo Nord-America. Sono già parecchi gli Stati dell’Unione che hanno legiferato in proposito, e val la pena di darne qualche notizia.

Cominciò lo Stato d’Indiana (1907), e fu radicalissimo nelle sue deliberazioni: la sterilizzazione doveva applicarsi a tutti quei ricoverati negli Istituti statali che una Commissione di tre medici giudicasse inemendabili mentalmente e fisicamente, quindi non adatti alla procreazione: si doveva applicar loro, a