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mente completo, e uno stato mentale, per quanto difettoso e svanito, pur tuttavia bastevole ad un grado minimo di convivenza umana, passano gradazioni insensibili, dove non è concesso segnare limiti netti; ciò metterà sempre in pensiero l’alienista coscienzioso. L’altro rilievo, di ordine biologico, è che il solo fatto di vivere in quelle miserrime condizioni intellettuali dimostra delle impulsioni originarie, degli “slanci„ o istinti semiciechi, sia pure, ma ciò nullameno bastevoli per compiere quegli atti di difesa contro la morte che scorgiamo in tutti i viventi, anche nei più infimi, e nelle stesse piante; ora, un essere che vive non è mai materia bruta: d’altronde, perfino in questa una Scuola di filosofi panpsichisti suppone qualcosa di simile alla “coscienza„. Ed ecco perchè, quando osserviamo nell’idiota e nel demente più avanzati di quegli automatismi, che noi diciamo inconscii, ma dei quali intanto ci è impossibile dire il vero contenuto, rimarremo sempre perplessi a meditare sul mistero della Vita; nè ci sentiremo propensi a votare senza un intimo fremito per la loro morte immatura.


Il presunto criterio della “inutilità„.


Non credo di dovere spendere molte parole per dimostrare quanto egoistica e disumana