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I. — LA TESI



Il Dolore nella Vita e nella Morte.


Un pensatore originale, uno dei pochissimi che abbia avuto l’Italia negli ultimi cinquanta anni, e perciò naturalmente sconosciuto ai più, Ettore Regàlia, ha scoperta e illustrata questa legge fondamentale della Vita e della Coscienza: “il Dolore è l’unica, esclusiva causa dell’Azione„.

Per comprendere tutta la portata filosofica e pratica di tale concetto, — che è ben altra cosa del pessimismo subiettivo di Leopardi e di quello romantico dello Schopenhauer, poichè non esclude che lo sfuggire al dolore non sia un Bene, anzi il massimo e forse l’unico dei Beni, — basta guardare la condotta di tutti i viventi: basta pensare agli scopi così apparentemente varî, eppur così uniformi, della attività umana. Anche il semplice desiderio, anche l’elementare “appetito„ che faccia tendere l’energia di una creatura verso una qualche sodisfazione, implica il bisogno di liberarsi da una pena, ciò che vale raggiungere uno stato di piacere. Ma il dolore si trova al principio ed alla fine di ogni esistenza; il vagito del nascente si con-