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quasi inconsciamente il Darwin nella scelta di un processo dimostrativo forse meno brillante, ma in realtà più sicuro e scientifico.

Le analogie che si sono volute trovare fra il Lamarck ed il Darwin (ommetto a bella posta tutti gli altri «precursori» del celebre naturalista, cui egli a dritto e a rovescio fu paragonato) esistono solo per rispetto al concetto generico dell’evoluzione; diminuiscono e forse cessano del tutto se si considera l’indirizzo diverso che essi dettero alla teoria del trasformismo e più specialmente se si guarda alla differenza del metodo. Il Lamarck è sistematico: dotato di un ingegno altamente filosofico, egli si lascia sovente trascinare dalle proprie convinzioni, anche quando le prove gli mancano, e convien ricordare che in sui primi del secolo le conoscenze biologiche erano assai più ristrette che non lo fossero nel 1859. Qua e là si notano nelle opere del grande naturalista francese le tracce dell’influenza della metafisica, per esempio quando a proposito della costituzione dell’universo ammette una materia inerte e delle forze produttrici di tutti i fenomeni, e quando con soverchia arditezza si prova a risolvere il problema dell’origine della vita per mezzo della generazione spontanea. Altra menda del Lamarck è di non accorgersi della relativa insufficienza dei dati scientifici, e di presentare le sue ipotesi con un tono dogmatico, che mal s’accorda colla poca sicurezza d’alcune sue premesse. Né ai fatti che potrebbero confermare le sue concezioni teoriche sembra che egli dia molta importanza: alcuni esempi di possibili trasformazioni animali, che prestano facile appiglio all’ironia, rivelano nel Lamarck anche più forte il contrasto fra l’arditezza della sintesi e la insufficienza dell’analisi.

Carlo Darwin procede in modo del tutto opposto, e secondo le esigenze del pensiero moderno. Vero è ben che quando egli intraprese lo studio del problema del trasformismo, la scienza si trovava assai più avanzata che non ai tempi del Lamarck, e che egli ha potuto far tesoro di tutto l’immenso materiale descrittivo raccolto dalla scuola dei naturalisti sistematici: ma la superiorità del Darwin sta appunto nell’aver compreso che le prove erano oramai tanto numerose e sì forti da poter costituire per sé sole la base più salda delle dottrine evoluzionistiche anche senza alcun passo sul terreno vacillante della filosofia. Nel Lamarck si scorge adunque il filosofo della natura e l’ardito for-