Pagina:Morselli - Carlo Darwin, Milano-Torino 1882.djvu/44

seppe dare agli studii fisiognomonici un indirizzo del tutto nuovo (The Expression of the Emotions in Man and Animals, 1872). Il libro del Darwin sull’espressione è a mio avviso, fra le sue opere speciali la migliore per profondità di analisi ed elevatezza di sintesi: essa infatti reca non solo un validissimo appoggio alla teoria evoluzionistica, dimostrando che gli atti emotivi sono comuni alle razze umane superiori, alle razze inferiori, e a molti animali domestici e selvaggi, in modo da doversi spiegare per mezzo dell’affinità di struttura e perciò anche delle relazioni di parentela; ma resta ancora il primo tentativo scientifico serio per coordinare le espressioni emotive sotto alcuni determinati principii generali. Certo, potrà la scienza futura modificare o restringere i tre principii darwiniani dell’espressione — associazione delle abitudini utili, antitesi; influenza del sistema nervoso — : ma vi hanno in quest’opera osservazioni originali e ricerche nuovissime intorno ai mezzi di espressione negli animali e nell’uomo, allo sviluppo psichico del fanciullo, all’estrinsecazione delle diverse emozioni e più specialmente del piacere, della collera, del dolore, del disprezzo e della vergogna, che non scompariranno mai dal patrimonio della fisiognomonia scientifica, perché possono oramai riguardarsi come il punto di partenza per ogni ricerca ulteriore sulle leggi dell’espressione.

L’ultima opera del Darwin è quella intorno all’origine del terriccio vegetale per l’azione dei vermi terrestri (The formation of vegetable Mould through the actions of Worms, London 1881), e fu pubblicata pochi mesi prima della sua morte. Essa è il risultato di indagini pazienti continuate per più di quaranta anni non tanto sulla parte che spetta ai lombrichi nella formazione dell’humus, quanto anche sui loro costumi. Il Darwin aveva già data una primizia di queste sue indagini fino dal 1837 (On the formation of Mould nelle «Trans. geological Society», Vol. V, 505), ma il volume è straordinariamente arricchito di nuovi fatti, i quali confermano sempre più il principio lyelliano della geologia moderna, doversi ricercare l’origine dei grandi cambiamenti della superficie terrestre nell’azione continua, persistente, irresistibile delle piccole cause. Nulla contengono queste pagine ammirabili, che fosse stato detto o immaginato prima del Darwin: eppure migliaia di naturalisti erano passati sui campi ricchi di terriccio vegetale, dove ferve il lavorio modificatore dei vermi, senza indovinarne la profonda influenza, senza comprendere