Pagina:Moro - Le lettere di Aldo Moro dalla prigionia alla storia, Mura, Roma 2013.djvu/44


43


sul sentiero della ricerca di una verità storica credibile, ma anche perché queste lettere meritano di essere sottratte al silenzio e al disinteresse che tuttora le circonda. Le lettere che Moro scrisse dalla cosiddetta «prigione del popolo» nella primavera del 1978 devono essere rese disponibili a chi desidera tornare con la memoria a quei giorni, ma anche a quanti allora non erano ancora nati e oggi sono cittadini curiosi di approfondire la storia del proprio Paese e desiderano confrontarsi con quei testi, con le domande ancora attuali che pongono a proposito dei rapporti tra impegno civile e sentimento religioso, ragion di Stato e diritti della persona, democrazia e violenza politica.

Mi sembra chiaro che ancora oggi queste parole rappresentano l’unica autentica testimonianza del calvario di Moro in quei giorni inquieti: una testimonianza inevitabilmente scivolosa e ambigua come l’intera storia di cui sono documento. Rileggerle e provare a comprenderle può costituire l’unica possibilità di raccogliere la sfida lanciata da Italo Calvino alle ragioni e al senso del mestiere di storico. Per quanto mi riguarda sono state anche il solo modo per restare fedeli a un insegnamento che Moro amava ripetere ai suoi studenti: anche nella necessità si può essere liberi.