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cordo benissimo; si piegò un poco sulla sella per carezzare la testa del suo cavallo, Gastone s’avvicinò:
— Lascia stare Raul, Elena, bada, lascialo stare.
— Eh? fece Elena motteggiandolo, poi forte:
— Conte di Spa, è caduto il frustino a vostra moglie.
Gastone impallidì:
— No, grazie l’ho preso per aria, disse Diana che non aveva compreso.
Elena di tanto in tanto quando Gastone la seccava, gli gettava in qualunque modo sua moglie dinanzi, era un metodo di scusa, accusando. Si staccò subito da lui senza neppur guardare la sua occhiata minacciosa, e venne accanto a Raul:
— Conte v’assicuro che non credevo all’eternità dell’amore, ora.....
— Ora?
— Mi ricredo.
— Perchè, marchesa?
— Ma non sapete, Raul, che siete un portento di fedeltà!
Il sorriso della marchesa era così pietoso che Raul arrossì, quasi vergognoso del suo amore immenso.
— Non ho nessun merito, marchesa, il mio amore ha un grande compenso.
— In che cosa, Raul?
— Nell’amore, marchesa.
— L’amore di Costanza? chiese Elena abbassando la voce.