Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 77 — |
sguardo sereno emanante l’amore, vibrante l’amore, languente d’amore.
Il ciclone orrendo del dolore aveva turbinato attorno a lei, l’aveva travolta, avviluppata, sbattuta; la fanciulla era uscita donna da questo turbinío pazzo di circostanze, le sue illusioni erano infrante, il suo amore intatto. - Attilio vedeva tutto, un’immensa tenerissima riconoscenza per quella donna lo afferrava, la sua forza d’amore si centuplicava rapidamente, ad ogni istante, traboccava in due grosse lagrime che spuntavangli sugli occhi, e che nessuno vedeva nella penombra del salone.
Diana sorridendo lottava, la sua eterna, tremenda, inesorabile lotta del dovere coll’amare, mentre un sottile, ma tenace, filo d’odio, la legava a suo marito.
Vedeva Elena ebbra, dimentica nel trionfo della sua grande vanità soddisfatta, dimentica nel grande fuoco di passione che le ardeva negli occhi, e non capiva nulla. Solo una ripugnanza istintiva, un ribrezzo inesplicabile l’assaliva per Gastone, per quell’uomo fatuo, nullo, che non l’aveva mai amata.
Elena dal canto suo guardava l’amica con un profondo senso di compassione sprezzante; dalla sua tana fangosa non riusciva a distinguere il fuoco purissimo, continuo d’amore che bruciava l’animo di Diana.
Quelle tre creature si guardavano, si odiavano, si sprezzavano, senza comprendersi, senza studiarsi......