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— Ditemi ancora che sono un pazzo, Elena, parlate ancora, che vi senta, che vi senta.

— Conte siete ammalato, disse lei adagio, è assurdo ciò che dite..... perchè non amate vostra moglie?

— Diana?

— Sì Diana, vi pare strano?

— Non è strano, è impossibile.

— Perchè?

— Perchè.

— Fate male, se Diana non fosse vostra moglie le fareste la corte.

— Non è vero.

— Siatene certo; siete un uomo debole, Gastone, un sognatore in ritardo. Nulla di più nocivo che le illusioni che non vengono a tempo; pare impossibile come per un cuore sciupato, che abbia passato per l’ardente gamma delle passioni umane, anche le più brutte, venga un momento che si risente giovane, vergine, assetato di quell’eterna e divina menzogna che è l’amore, e lo cerchi sempre quando e dove lo dovrebbe fuggire, L’ignoto v’attrae, ancora una volta, siete un fanciullo!

— Come parlate dell’amore, Elena.....

— Voi non mi amate, zitto non m’interrompete, e non dovete soffrire ch’io parli francamente se mi fate una dichiarazione, vi avverto, io rido: se piangete vi presterò il mio fazzoletto, ma non fatelo perchè è ancora più ridicolo, se mi scrivete vi risponderò forse, ma non sulla carta piccola e profumata, vi risponderò una lettera assurda, piena