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Ed in quei cuori nobili e schietti, il giuramento doveva essere sacro ed inviolabile.


La marchesa Elena gli venne incontro, offrendogli le mani da stringere:

— Caro conte abbiamo parlato di voi.

— Male? disse Raul sorridendo.

— Vi pare? ripetè Elena, gettandogli in faccia il sorriso umido e scintillante della sua bocca perfetta, che le illuminava tutta la faccia; abbiamo detto di voi ciò che merita il vostro ingegno ed il vostro cuore..... cioè vostro..... la marchesa si interruppe guardandolo cogli occhioni grandi.

Raul s’era abbujato subito in volto a quell’allusione, gli ripugnava che il suo amore fosse oggetto di scherzo, per la leggerezza d’una marchesa.

— Via, perdonatemi, riprese lei cogliendo a volo il malumore del conte e cercando subito di dissiparlo.

Raul s’inchinò a lei ed a tutte le persone del salotto, che non aveva ancora salutato, fermando un momento lo sguardo su Diana di Spa e su Attilio che si guardavano, dimenticandosi. - Gastone fissava Elena sempre più turbato; avrebbe voluto dirle qualche cosa di intimo, di confidente, e non sapeva bene che cosa fosse, probabilmente se si fosse trovato solo vicino a lei, le avrebbe detto ch’era bella, troppo bella, e aspettava con ansia il momento di parlarle, di sederlesi ac-