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marchesa Malaspina. - Era un bel giovane, ma a prima vista non colpiva per nessuna qualità fisica particolare.
Aveva gli occhi nerissimi, ma un po’ nascosti sotto la fronte, la bocca ironica, le guancie d’un bruno pallido, una faccia scettica, più che melanconica. Era un uomo di grande ingegno, che aveva studiato profondamente, ambizioso di raggiungere il suo ideale ch’era nobile ed alto.
S’era innamorato di Costanza Santelmo, perchè quella fanciulla bellissima, mite, soave, quell’incarnazione della donna gentile, gli aveva fatto intravvedere il punto luminoso, lo scopo, il premio della sua vita studiosa e travagliata.
Raul non le aveva fatto la solita corte banale dei soliti vagheggini, le aveva preparato nel profondo del cuore un trono altissimo, l’aveva posta al disopra di tutte le cose, le aveva dedicato un culto divoto, sempre restando serio, sempre restando uomo vicino a lei, eppoi le aveva chiesto un giorno, colla voce commossa da un’emozione dolcissima, cogli occhi scintillanti di speranza e di passione:
— Costanza, volete accettare il mio amore, volete farmi felice, volete farmi grande? Vi giuro che per voi farò tutto.
Costanza rossa di pudore e di orgoglio, gli aveva offerto tutta la sua anima candida, in uno sguardo ch’era uno sprazzo di luce, ed aveva detto semplicemente:
— Accetto, Raul, perchè vi amo.
Morbosità. | 4 |