Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 47 — |
Ha uno zio ministro ed uno ambasciatore, lui stando in mezzo e prendendo da una parte e dall’altra è diventato deputato, e verrà senatore. Credete a me, per brillare tutto sta mettersi sotto la luce buona; un diamante all’oscuro val meno d’un vetro al sole.
Elena parlava in fretta, vivacemente, con un piccolo sorriso che velava d’ironia le sue parole, e quasi le contraddiceva, come se intimamente la marchesa non dicesse proprio ciò che pensava, ed era vero. Elena capiva che Gastone in fondo al cuore le era profondamente riconoscente di quella cattiva insinuazione, e per un capriccio qualunque voleva soddisfarlo, - come per un altro capriccio, od una fine diplomazia, soggiunse subito:
— Del resto Raul è un giovane tanto simpatico, da far perdere la testa a qualunque donna seria.
Gastone si morse le labbra, Diana dal suo angolo sorrideva vagamente. Il duca Attilio si chinò un poco verso di lei:
— Diana suonate ancora quella rêverie di Blumenthal?
— No, non l’ho più suonata.
— Da quel giorno?
— Da quel giorno.
— Oh! Diana, mia povera Diana perdonatemi....
— Tacete, duca, disse la contessa con un soffio lievissimo di voce.
Era la seconda volta che Attilio le domandava il perdono, che ella gli aveva accordato da