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— Per carità lasciate stare quel proverbio brutto e vecchio, me lo son sentito dire a proposito d’una bella rosa canina quando avevo quindici anni.....
— Dovrete rassegnarvi a sentirvelo dire ancora molte volte, marchesa, disse Gastone di Spa, sorridendo galantemente.
— Sempre cortese malgrado il matrimonio.
— Oh! che volete dire?
— Un’uomo ammogliato, perde sempre un poco d’amabilità, non è vero Diana?
Diana rideva.
— Ma, non so, probabilmente soltanto con sua moglie.
— Brava, sei profonda tu!
Il conte di Spa scendeva la scala pel primo, Diana era rimasta indietro per sollevare l’abito ed abbottonarsi la mantiglia.
— Diana, prendete ancora questa viola e Attilio si tolse dalla bottoniera la violetta cupa.
— No, grazie, ho le altre.
— Oh, Diana come siete mutata!
— Io non intendo cosa vogliate dire.
— Avete dimenticato tutto, è naturale, disse Attilio amaramente.
Diana, inciampò nella guida dello scalone.
— Zitto!
— Tutto dimenticato, possibile, tutto?
Si sentiva la voce del conte che parlava col cocchiere:
— Accompagni la contessa, eppoi volti con me, via Calzaioli, 20.