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provviso, con un insulto di vento che batteva in faccia.
— Conte, ci perdiamo, - disse Elena guardando attorno lentamente, - così ci perderemo nella vita... Raul ci scorderemo; la vita travolgerà voi e Costanza, la vostra dolce Costanza, io errerò ricca, invidiata, folleggiando, trascinando il vuoto immenso del mio cuore, trascinando le mie memorie... il mio sogno, - soggiunse pianissimo, dopo una pausa.
Raul tremava, lei continuò:
— Voi nulla sapete del mio passato, nevvero conte?
— Nulla, rispose lui monotonamente.
— È triste, Raul... - stette muta guardando in cielo la stella tremula, palpitante.
— L’amore vi sorrise, marchesa.
— L’amore! ecco l’eterna menzogna; l’amore. Di questa parola ch’è tutto un poema, gli uomini sciocchi ne hanno fatto un libro volgare, un romanzo da biblioteca amena, aperto a tutte le donne per poco belle che siano, per poco civette, per poco furbe. L’amore, quella grande manifestazione della immensità di Dio, ce lo appiccicate come una toeletta nuova che ci calzi bene, e non comprendete che noialtre donne abbiamo un cuore che sente come cento dei vostri, che abbiamo una fantasia ardente che ci trascina, che noi l’amore lo intendiamo nelle più lieve sfumature, nelle più delicate manifestazioni. Anche voi, Raul, così nobilmente, così tenacemente, così... stranamente innamorato, potete credere ch’io sia stata felice per l’amore? da chi?