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dopo aver generato nuove lingue e nuove e fiorenti letterature; dopo che la sua gloriosa culla era stata messa e rimessa a soqquadro; dopo tanti secoli che più non si parlava e solo lo si scriveva scorretto e imbarbarito, torna durante il Risorgimento a risonare nelle opere del Petrarca, del Poliziano, del Pontano, del Fracastoro e di tanti altri, come già aveva risonato sulle labbra di Virgilio e di Orazio; corre di nuovo trionfalmente tutto il mondo civile, mettendo persino in forse l’esistenza letteraria della sua stessa primogenita.

Da questo fatto, meglio assai che dalle strepitose vittorie, si può avere un’idea del miracolo di forza, d’arte e di sapienza, che dovette essere il popolo che parlò una tal lingua.