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vuole, ma cominciarono, ad essere usati in componimenti letterari.

Intanto però che qui si movevano appena i primissimi passi (e in parte si movevano, come abbiamo veduto, per opera di un provenzale e d’un francese), la letteratura francese e la provenzale erano già in pieno fiore; anzi, la seconda già cominciava a decadere.

Le ragioni di questa differenza tra l’Italia e la Francia possono esser parecchie, ma la principale è quella che abbiamo già accennata: gl’Italiani, considerando l’impero e la lingua di Roma come cosa e gloria propria, si ostinavano a scrivere in latino, o almeno in un volgare latinizzato. Latino e volgare furono sempre in lotta tra noi; si può anzi dire che questa lotta forma il carattere più spiccato della lingua e della letteratura italiana, e non è ancora interamente cessata.

Al cadere del VI secolo, san Gregorio Magno, papa, faceva una solenne lavata di capo a Desiderio vescovo di Vienna in Francia, perchè dava lezioni di grammatica latina. “Ci si riferisce un fatto,„ gli scriveva, “che non possiamo ripetere, senza arrossirne. Dicono che tu, o fratello, dai lezioni di grammatica. Noi ne siamo vivissimamente afflitti e sdegnati......., perchè le lodi di Giove non possono stare in una medesima bocca insieme con quelle di Cristo.„1

In quanto a sè, poi, il pontefice, benchè dottis-

  1. Gregorii Magni Opera omnia; Parisiis, 1705; tom. II, col. 1139-40.