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messer lo Re Giovanni;1 perchè, se realmente ne fu autore il suocero di Federigo II, Giovanni di Brienne; essendo egli nato nel 1158, e codesta poesia avendo un carattere erotico molto vivace, deve probabilmente averla scritta prima della fine del secolo, quando cioè il sangue gli bolliva ancora. E potrebbe altresì aggiungervisi il così detto Ritmo Cassinese, essendo probabile che, tra quelli che lo vogliono del sec. XI e quelli che lo vogliono del XIII, abbiano ragione coloro i quali, come il Monaci, lo ritengono del XII.2Al qual tempo è forse da assegnare an-

    E s’entendo son lengaio,
    Sa gran beutat dir non so:
    Plus fresqu’es que flor de glaio [ghiaggiuolo],
    E ja no m’en partirò.
       . . . . . . . . . .
    . . . . . . . . . . .
    Que cada jorno m’esglaio.
    Oimè! lasso, que farò...?

    (Cfr. Meyer, Recueil d’anciens textes etc.; Paris, 1874 pag. 89-91. — Galvani, Osservazioni sulla Poesia de’ Trovatori; Modena, 1829; pag. 105-114. — Cerrato, Il “Bel Cavaliere„ di Rambaldo di Vaqueiras, nel Giorn. Stor. della Lett. ital.; vol. IV; Torino, 1884; pag. 81-115.)

  1. Trucchi, Poesie italiane inedite di dugento Autori; Prato, 1846; vol. I, pag. 18. — D’Ancona e Comparetti, Le antiche Rime volgari; Bologna, 1875; vol. I, pag. 61-65.
  2. Non ha però certo ragione il Cantù di farne due componimenti, desumendone prima alcuni versi dal Federici, e poi, senza avvedersi che si tratta della stessa cosa, un altro brano dal Tosti. (Cantù, Vicende dei Parlari d’Italia; Torino, 1877; pag. 126 e 135. — Il facsimile del Ritmo può vedersi nella Rivista di Filologia romanza, vol. II, pag. 90-110, pubblicato e illustrato dal Giorgi e dal Navone. Sulle sue interpetrazioni è poi da vedere uno studio del Novati, che ne propone una nuova, nella Miscellanea di Filologia e Linguistica; Firenze, 1833; pag. 375-91.) Nè hanno, mi pare, maggior ragione coloro che dopo i buoni argomenti dell’Affò (Op.