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Su questo punto, dunque, sarebbe inutile recare altre prove, se non ci giovassero a dimostrare anche altre verità.

Pare strano, per esempio, che il moderno francese autel derivi dal latino altare. Ma chi sappia che nel francese dell’undecimo secolo si trova alter e più tardi altel; chi sappia che in questa lingua l’al latino (altare), quando sia seguito da altra consonante, finisce di regola col cambiarsi in au (autel — alba, = aube, alter = autre, malva, = mauve, palma = paume, ecc.); e che l’a latino accentato (altare), quando non è in posizione, vi si muta in e (autel — sal = sel, amarus = amer, nasus = nez, clavis = clef, ecc.); chi sappia che l’r (altare) mutato in l (autel) vi s’incontra anche in altre parole (peregrinus = pèlerin, cribrum = crible, ecc.), e che l’e latina atona, quand’è al termine della parola (altare), vi scomparisce sempre (autel — mare = mer, amare = aimer, ecc.); chi finalmente sappia che anche in provenzale s’in-

         Giustizia mosse il mio alto Fattore;
    Fecemi la divina Potestate,
    La somma Sapienza e il primo Amore.


       Par moi se va dans la cité dolente,
    Par moi se va dans l'éternel dolor,
    Par moi se va parmi la gent pullente (vile).
       Justice mut mon souverain Faitor;
    Et si me firent devine Poestés
    Raisons hautisme (altissima) et premeraine Amor.

    Ed ecco le medesime terzine, tradotte in provenzale dal Raynouard:

       Per me si va en la ciutat dolent,
    Per me si va en l’eternal dolor,
    Per me si va tras la perduta gent.
       Justizia moguet el mieu alt Fachor;
    Fez mi la divina Potestat,
    La summa Sapienza e ’l prim’Amor.