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giunto al discorso l’articolo determinato e indeterminato e que’ tempi del verbo, che mancavano al latino? Chi volesse continuare il confronto, troverebbe venti di guadagno per ogni dieci di perdita. Nè la perfezione d’alcuni autori antichi, dato anche e non concesso che non avesse riscontro in autori moderni, proverebbe nulla a svantaggio delle lingue di questi: come la perfezione di Raffaello non prova che i colori, in sè stessi, fossero migliori al suo tempo, che al nostro. “L’ultimo fine della parola,„ ha detto egregiamente il Lignana, “è di essere organo dello spirito. Ora, dire che le lingue moderne sono inferiori alle antiche, equivale a dire che lo spirito moderno è inferiore all’antico. Il che non credo abbia bisogno di confutazione.„1


V.


Ma dicendo che le lingue romanze sono, in sostanza, una continuazione e un perfezionamento del latino, che cosa s’intende qui per latino? È chiaro che s’intende il latino parlato, giacchè le sole lingue parlate possono moversi e trasformarsi.

Siccome però i Romani, che parlavano il latino duemila anni fa, sono, per nostra disgrazia, morti tutti, e noi non possiamo conoscere la loro

  1. Le trasformazioni delle specie e le tre epoche delle lingue e letterature indo-europee; Roma, 1871; pag. 29.