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fluenza latina sulla fortuna di molte voci germaniche. In questo fatto sta, secondo lui, la spiegazione del gran numero di voci germaniche che poterono conservarsi nelle lingue romanze, benchè non si riferissero nè alla guerra, nè allo Stato, nè ai commerci, ma alle ordinarie relazioni della vita o ad oggetti comuni, pei quali parrebbe avesse dovuto prevalere l’appellativo romano. In questo fatto, a suo avviso, sono da ricercare le prove di quel raccostamento che, pur limitato al lessico, dovette compirsi a poco a poco tra la lingua dei vincitori e quella dei vinti, e che, alterando la forma di molte voci, spiega la difficoltà di ricondurle ora con le ordinarie leggi fonetiche alla loro forma originaria. E qui, sempre secondo l’opinione del Caix, sono da considerarsi tre casi.

Primo: la forma latina assorbì interamente la teutonica. In questo caso, che è di gran lunga il più frequente, le voci gotiche che, come sada (sazio), haban (avere), raihta (retto), arjan (arare), avevano una ben discernibile affinità con le corrispondenti voci latine, si confusero interamente con queste, e così i Goti dissero sazio o satollo, avere, retto, arare, ecc.

Secondo caso, molto meno frequente, ma non raro: la voce latina si modificò, conforme al suono della voce germanica. Per esempio: il toscano sdraiarsi e l'umbro strajàsse derivano da un ravvicinamento del latino sternere al gotico straujan; l’italiano sparagnare e il lombardo sparà derivano da un ravvicinamento del latino parcere all’antico