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Nel 1606, Stefano Guichart pubblicò a Parigi un libro, intitolato così: Harmonie étymologique des langues, où se démontre que toutes les langues sont descendues de l'hébraique, che per lui, come per tanti altri, era la lingua stessa parlata da Adamo nel paradiso terrestre. E finalmente, nel secolo passato, il nostro Quadrio scriveva che “ad un parto con la Lingua Latina, e sorella di essa, nacque l’Italiana odierna Favella dalla Pelasga, dall’Osca, dalla Greca e forse ancor dall’Ebraica.... Anzi, siccome le cose imperfette esistono prima, che le perfette; così non andrebbe lungi dal vero chi opinasse, che l’odierna Lingua Italiana fosse prima, che la cólta Latina.„1 Argomentazione, la quale potrebbe benissimo mutarsi in quest’altra: siccome le cose imperfette esistono prima che le perfette, così non andrebbe lungi dal vero chi opinasse, che il cervello del Quadrio fosse un cervello antidiluviano.

Rallegriamoci dunque, della presente concordia sul punto principale della questione; e prima di vedere le varie opinioni sui punti secondari, per attenerci a quelle che ci paiono più fondate, sbarazziamo il terreno da un altro ingombro, che potrebbe impedirci il cammino.


III.


Tutti, ordinariamente, quando vogliamo dire che una lingua è derivata da un’altra, diciamo che

  1. Della Storia e della Ragione d'ogni poesia; Bologna, 1739; vol. I, pag. 42.