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Solo a lei s’offerisse e la campagna
Tutta, qual pria, ne’ raggi incolorata
Della tacita luna. «È desso! è desso!
E sua, per sempre sua, misera, io sono!
805È finito il mio sogno! Ah! vanne; fuggi,
O sei tu pur perduto; ei mi ricorda
Il giuramento; oh ciel! vero è pur troppo,
Siccome è ver che strazïato ho il core!
Sposa io son di Mokanna; a lui mi diedi;
810Azimo, a lui mi diedi; eran presenti,
Quando il voto profersi, ombre d’estinti,
E il lor livido labbro eco faceva
Alle nostre parole; i loro sguardi
Eran fissi su me, quando impugnai
815Quella tazza che piena era di sangue;
Ahi! quel sangue per l’alma ancor mi serpe!
E lo sposo velato! — oh ciel! che vidi,
Che vidi io mai quella terribil notte!
Un sì brutto sembiante, un sì deforme
820Ed orribile mostro! — oh! che non mai
Possa tu rimirar quanto d’orrendo
Sotto a quel vel s’asconde a tutte genti
Tranne all’inferno e a me! Ma quinci io deggio
Dipartirmi e lasciarti; io tua non sono,
825Nè del ciel, nè d’amor, nè d’altra cosa