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Chè in un de’ lati, splendidi siccome
110Il cristallino vaso onde son chiusi,
Guizzan piccioli pesci ali-dorati
E dorati le squamme e pajon verghe
Corte e sottili di miniera uscite;
Mentre nell’altro in lavorate gabbie
115D’odorifero legno incarcerati
Vi son tutti gli augei che varie e vaghe
A lucente color dispiegan l’ale.
V’ha il calderino luminoso e gaio
Quale alïar si vede infra i vermigli
120Fior di corallo germinanti intorno
All’apriche dell’India isole amene.
V’ha della Mecca la colomba azzurra,
Ed il tordo v’ha pur dell’Indostano
Che gode alzar melodïosi a sera
125Dall’eccelsa pagòda i suoi concenti;
V’hanno i dorati augei che cadon morti
Al tempo degli aromi entro i giardini,
Inebbrïati da quel dolce cibo
Che li sedusse colla sua fragranza.
130V’ha quel che sotto il mite arabo sole
Di mirra e cinnamomo il suo compone
Sublime nido, e v’han quanti pennuti
Trattan rari e leggiadri i campi azzurri,