Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/56


[51]

Della tôletta ai riti; agili ancelle
35Vanno di stanza in stanza affaccendate:
Qual s’adopra a intrecciar leggiadramente
Alla fronte il turbante o il vel sospende
Leve leve cadente in sull’acceso
Volto di giovinetta, a cui, se un occhio
40Fra l’ondeggiar del velo arde e sfavilla,
Quell’occhio solo conquistar potrìa,
Come di Saba la regina, i cori;
Qual d’Henna colle foglie ugne e colora
Delle dita la punta in rosea tinta
45Lucente sì che nello speglio han forma
Di coralli splendenti in grembo all’onda;
Qual tempra il nero di Kohòl colore
Che di dolce languor l’occhio abbellisce,
Di quel languor che sì leggiadre e care
50Fa le veglie Circasse all’Ottomano.
     L’opera ferve; e anelli e perle e piume
Splendon per tutto: — della luna al raggio
Le più giovani intanto entro il giardino
Tesson fresche ghirlande alle lor chiome.
55Donzellette gentili! è dolce al core,
Benchè mesto, il mirar come ciascuna
Il serto intreccia di quel fior che reca
Al suo pensiero i puri anni infantili,