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Uomo infernal, tu ridi? e che? tu forse
910Vuoi la mia colpa a lui far manifesta?
Oh! invano, invan; non otterrai credenza;
Ei mi finge costante; ei nel suo core
Crede che nulla sulla terra ha forza
Di mutar la mia fede — ah! tale io pure
915Pensava un dì; ma questo ora disparve
Fortunato pensier! — quantunque il fato,
Che m’incolse, di morte, anzi d’inferno
Più straziante mi prema, oh! nondimeno
Mi fia lieve il soffrirlo ove per sempre
920Egli l’ignori; io me n’andrò lontana,
In qualche terra ignota a cui dinieghi
Suoi raggi il sole infin che polve io giaccia
Nell’oscuro sepolcro; in una terra
Ove chieda nessuno alla deserta
925Di qual parte ella venne e dove io possa
Senza nome i miei dì chiudere in pace.
E tu, — qual ch’io ti deggia o maledetto
Uomo nomarti o spirito d’inferno,
Che trovasti in mio cor questa di foco
930Piaga dilaniatrice e con quell’arti,
Che t’insegnaro i demoni fratelli,
L’hai così presto lacerata e sparsa
Per l’alma e per le membra infin ch’io tutta