Infiammati le fur. Quanta alterezza 510Le vestìa la persona allor che prima
Sacerdotessa della fè sedeva
Nell’adunato Harèmo! Oh! come il guardo
Le ardeva oimè! non di celeste luce
Quando i rapiti adorator mirava 515Prostrati a sè dinanzi. Oh! ben s’avvide
Il reo Mokanna che quel solo aspetto
Col forte incanto della sua beltade
Intiere squadre a conquistar bastava.
Avvenenti, leggiere, agili membra, 520A cui dava uno spirto aereo moto
Come a sottile ramuscel l’augello
Che l’abbandona; porporine labbra
Che, se mai nel sorriso apron la rosa,
Rubano l’alma e fanno invito ai baci; 525Guancie cui sale a colorar la fiamma
Subita e passeggera al par di lampo
Che solca un cielo oscuro sì, ma bello.
E quegli occhi! — oh! chi mai tanta nel core
Saggezza acchiude che non vinto affisi 530Quegli occhi accesi, irrequïeti, erranti
Ove or fra l’ombra di terreni affetti
Ed or fra i raggi d’un’eterea luce
Vedi d’un’alma travïata, è vero,