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Moribondo usignuol, quando dall’arte
410Di melifluo cantor vinto alla prova
Egli muor sul lïuto onde partìo
La dolce nota che gli ruppe il core.
     In tale si vivea misero stato
La giovine Zelica allor che tutto
415Scorrendo il vago orïental paese
Il profeta cogliea quanti per via
Più leggiadri s’offrian risi di donna
Per intesserne poscia un vario e vago
Adornamento al ciel. Rapida, al pari
420Di voratrice fiamma infra le foglie
Che l’autunno appassì, questa novella
La già bollente fantasia raccese
De la mesta fanciulla; al cor repente
Le s’apprese quel fato e tutta l’arse
425In santo zel. — Del paradiso eletta!
Oh! incantatrice idea! predestinata
Sposa di qualche valoroso in cielo....!
«Di qualche valoroso!» — ah no! del solo,
Del solo onde nel cor profondamente
430Sculta ha l’imago; di quel solo a cui
Di nodi indissolubili legato
Sta il suo pensiero; di quel sol che regna,
Con benigno splendor, sulle rovine